A-typ(o)ical books

Un ritorno alla carta e la possibilità di un nuovo dialogo nell’era post digitale.

Creare opere d’arte con un proprio testo critico, attraverso un software che rielabora e interagisce con l’archivio infinito d’immagini e parole di Google, farne un catalogo per una mostra in galleria e dei manifesti per comunicare un evento assolutamente fittizio, ci mostrano la possibilità di simulazione e manipolazione della rete; una video-trilogia sul potere delle immagini e sull’uso sistematico che per vent’anni di berlusconismo ne è stato fatto in TV, attraverso cui il volto di Berlusconi diviene icona ed entra nelle nostre case “accompagnandoci” nelle azioni quotidiane, fino a diventare l’effige di francobolli che celebrano i momenti della vergognosa realtà storica italiana di oggi; un ricettario di immagini catturate dal flusso continuo del video, che racconta dieci anni di storia italiana, attraverso quelli che sono i momenti tipici dell’Italia a tavola, conditi dalle continue trasmissioni televisive; ed infine, celata dietro a un semplice ed ironico gioco di parole, vi è la creazione artistica affidata alla casualità di “innocue” mine incendiarie che provocano crateri nella carta. Soluzioni originali, ironiche, che stimolano la creatività in chi le osserva, semplici ed incisive materializzazioni concrete di riflessioni che nascono e si realizzano in origine nella realtà dell’immateriale digitale ed informatico. Nell’era del post digitale esiste la volontà di riportare questo tipo di opere a una dimensione materiale e tattile, così da assistere a un ritorno ai mezzi espressivi classici e a un nuovo dialogo con essi. Un dialogo, che gli artisti del progetto A typo sono riusciti ad intessere, tra media espressivi digitali e multimediali e mezzi classici, come la carta, per la realizzazione fisica del proprio lavoro in un’opera come il libro d’artista.

All’interno dello spazio neutro della galleria si realizza nell’allestimento, delle opere cartacee insieme alle opere video di riferimento, la manifestazione spaziale di questo scambio creativo, che intercorre tra le diverse tipologie di opere, in cui il libro d’artista diviene il compendio del processo creativo di ogni artista. In un’atmosfera coinvolgente, creata dagli artisti che ci hanno accompagnato alla scoperta di ogni opera, ci viene mostrata così la possibilità di intermedialità tra diversi tipi di media artistici e della loro coesistenza nella realtà dello stesso ambiente espositivo.

Contributo critico contenuto nel catalogo “It’s so A-typ(o)ical” a cura di Silvana Vassallo

IT’S SO A-TYP(O)ICAL  su Lulu.com

COS’E’ ATYPO

Atypo è un progetto di editoria virtuale per la promozione e la produzione di libri d’artista “reali” sia unici che replicabili. Nato nel 2012, il progetto è stato presentato per la prima volta in Italia a Empoli, al Museo del Vetro MUVE, nel dicembre 2012, in occasione di Zone Video Do It Yourself e per la prima volta a livello internazionale a gennaio di quest’anno al Festival Transmediale di Berlino, prestigiosa manifestazione di respiro internazionale dedicata alla new media art, dove due dei suoi componenti, Giacomo Verde e Les Liens Invisibles, sono stati invitati a condurre un workshop sull’argomento.

Multi Book – Tavola Italiana 2001/2011
L’arte delle mine

Successivamente nel febbraio 2013, presso la Galleria Studio Gennai di Pisa, presenta la sua prima collettiva, “It’s so a-typ(o)ical” a cura di Silvana Vassallo, dei quattro libri d’artista realizzati dagli artisti fondatori del progetto: Giacomo VerdeMarcantonio LunardiLes Liens InvisiblesLuca Giorgi & Luca Leggero.

Unhappening. Not here, not now

La pratica del libro d’artista è una disciplina assai complessa e sfuggente alla classificazione e, a volte per molti, alla comprensione perché oggetto d’arte polimaterica, poliforme, multidisciplinare. È una pratica artistica che come sappiamo ha attraversato diversi movimenti artistici, dalle avanguardie storiche fino ai giorni nostri segnati dalla smaterializzazione e dalla riproduzione digitale e dall’editoria on-line. In questo senso Atypo fonda la propria riflessione intorno al ruolo che il libro d’artista possa avere oggi, in quella che noi definiamo “era post-digitale”, rintracciando e tracciando possibili riconfigurazioni del post-publishing.

Venti anni di berlusconismo in Italia (1994-2011)

Atypo, si pone così come fucina di sperimentazione aperto alle nuove proposte di oggetti d’arte che, come scrive la curatrice del progetto Silvana Vassallo, “si rapportano in maniera creativa e “atipica” all’immateriale mediatico e della rete”andando “oltre la parola scritta; riconfigurano la materialità dell’oggetto “libro”; remixano i diversi generi; integrano in qualsiasi maniera elaborati digitali; stimolano all’emulazione e al fai-da-te”. Ad oggi si compone di un gruppo di curatori ed artisti che per tutto il 2013 ha svolto tutta una serie di attività all’interno di Istituzioni, Festival e manifestazioni culturali, per perseguire i suoi obiettivi.

Il collettivo si allarga e nel febbraio 2014 lancia la sua prima call, CALL 01, a cui artisti esterni al gruppo sono invitati da ciascun membro interno a presentare nuovi progetti, in linea con la mission e le traiettorie tematiche del collettivo, ma soprattutto secondo lo spirito di scambio e di apertura che contraddistingue il modo di operare del gruppo. Ne seguirà una nuova esposizione allo Studio Gennai nel febbraio 2014 dal titolo ATYPO CALL 01. Post-publishing art project a cura di Silvana Vassallo e Alessandra Ioalé, con i libri d’artista di Enrico Boccioletti, Marco Cadioli, Massimo Cittadini, Delio Gennai, Ilaria Sabbatini, tekiuen e Tatiana Villani. Della call è prodotto anche l’omonimo catalogo, che insieme alla mostra rappresentano una tappa importante di un progetto più ampio, volto a creare un archivio di opere on-line e off-line.

A Typo è costituito da:  Alessandra IoaléLuca LeggeroMarcantonio Lunardi, Guido SegniIlaria Sabbatini, Silvana Vassallo, Giacomo Verde.

www.atypo.org

PAGINA FB: Atypo

Don`t copy text!