Vedo a Colori. Un progetto di riqualificazione urbana per vivere nuovamente a colori la città

Negli ultimi dieci anni anche l’Italia ha aperto le porte al Writing e alla Street Art, due discipline molto diverse tra loro, il cui comun denominatore risiede nell’azione illegale su superfici pubbliche con le quali istituzioni pubbliche e private si sono dimostrate sempre più aperte a intessere un nuovo e costruttivo rapporto, incanalando la loro energia creativa ed espressiva in interventi legali su strutture pubbliche con l’obiettivo di riqualificare aree urbane degradate o depresse. Ciò ha determinato uno sviluppo sostanziale di queste espressioni artistiche che oggi, varcando la soglia della legalità, confluiscono in ciò che definiamo Arte Urbana. Questo grazie anche all’impegno di singoli o gruppi di artisti che hanno indossato la veste di curatori e hanno portato all’attenzione pubblica l’importanza che può rivestire un intervento di Arte Urbana, non solo nella riqualificazione ma anche nella valorizzazione di aree grigie della città restituendo al cittadino il piacere di viverle nuovamente “a colori”. Questo è il caso dello street artist marchigiano Giulio Vesprini, curatore dal 2009 del progetto di riqualifica urbana “Vedo a Colori” per la città di Civitanova Marche. Non solo una scommessa con sé stesso ma con la sua città, nella quale è nato, cresciuto e lavora; vivendola, ha potuto vedere e intuirne, da artista, le problematiche di degrado e studiare una soluzione per renderla migliore alla comunità che come lui ci vive e lavora. Un impegno grande che per i primi anni è stato sostenuto e autogestito interamente dall’artista e dalla buona volontà di amici e colleghi, e che nel 2014 finalmente ha ricevuto il sostegno delle istituzioni locali e dell’Unione Europea risultando progetto vincitore del bando per il Fondo Europeo della Pesca (settore “Valorizzazione degli spazi portuali e di pesca”).

Il progetto Vedo a Colori si distingue per due caratteristiche meritevoli di pregio. La prima si esprime nella scelta degli artisti, molti e vari ma soprattutto provenienti da tutta la penisola italiana ma dal talento riconosciuto a livello internazionale. Da Blast e Bros, a Gola, Run e Gig, passando poi per Chekos Art, Mattia Lullini, Ufo 5, Corn79, MrFijodor, e concludendo anche con alcuni rappresentanti dell’illustrazione come Maicol&Mirco, Paola Rollo, Patrizia Mastrapasqua e Morden Gore, susseguitisi in questi sei anni di attività. La seconda invece sta nell’aver apportato il getting up, una forma di collaborazione tra artisti propria del Writing, nel ambito di una disciplina fortemente individualista come la Street Art. Nelle prime edizioni infatti vediamo la scelta degli artisti fatta non solo in relazione alle aree specifiche da riqualificare sparse in città, ma anche in prospettiva di operare in combo sulla stessa superficie murale; ogni artista invitato ha avuto quindi la possibilità di scegliere di lavorare in collaborazione con Vesprini, come quella con Gola e con Hopnn+YAPWILLY, o con altri artisti invitati (Sonda+MissEU, Camilla Falsini+Giò Pistone). Questa forma di collaborazione connota poi in maniera significativa l’edizione 2013 del progetto, quando Vesprini decide di inserire “Vedo a Colori” nel contesto più ampio del Futura Festival sviluppando il progetto “These Walls For The Future” che vede lavorare l’artista marchigiano su tre diversi murales in combo con Aris, Giorgio Bartocci e 108. Nasce così “VEDO A COLORI” x  “FUTURA FESTIVAL 2013” e vediamo già che per alcuni nomi la partecipazione al progetto diventa un appuntamento fisso, riflettendo il rapporto di profonda stima e amicizia che lega Giulio Vesprini, nella veste di artista, ad ognuno di loro, e riuscendo così a dare continuità a un progetto che culmina nel 2014 con la realizzazione di 300 metri di muro della zona portuale della città, decidendo però di dare ad ogni artista un muro in cui operare singolarmente. Una caratteristica del progetto che può trovare spiegazione nella formazione artistica del curatore, avendo le sue radici nella cultura italiana underground degli anni ’90, quando i ragazzi scendevano in strada fomentati dalla voglia di dipingere insieme un muro, collaborando alla realizzazione di un pezzo sulla stessa parete, in una combinazione di stili che si attuava soltanto quando alla base c’era profonda stima e amicizia a legare i singoli artisti. È raro oggi vedere realizzarsi questo tipo di collaborazione nei grandi festival che si svolgono ormai in tutto il mondo, ed è bello sapere che in Vedo a Colori si realizzi valorizzando soprattutto il lavoro di giovani artisti italiani su tante superfici della città.

Per tutto ciò concludo che Vedo a Colori non ha nulla da invidiare alle altre realtà presenti sul territorio e che anzi riesca a distinguersi nel panorama italiano regalando alla comunità un altro bellissimo e vario museo a cielo aperto. Inoltre alla luce di alcune problematiche legate a questo tipo di intervento, prima fra tutte l’effimerità delle opere murali per la quale si auspica sempre una buona operazione di catalogazione degli interventi, ritengo lungimirante la produzione di una documentazione cartacea che riassuma e testimonia l’importanza e la bellezza delle opere all’interno della città di Civitanova Marche.

Testo critico per il catalogo del progetto “Vedo a Colori” 2009/2014 a cura di Giulio Vesprini per la città di Civitanova Marche (MC).

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