Il fiume come metafora per indagare la mutevolezza costante della vita | José Yaque a Villa Pacchiani

“Alluvione d’Arno” – Veduta dell’installazione nella sala centrale 2017
“Alluvione d’Arno” – Veduta dell’installazione nella sala centrale 2017
“Alluvione d’Arno” – Veduta dell’installazione nella sala centrale 2017
“Alluvione d’Arno” – Veduta dell’installazione all’ingresso della Villa 2017 Photo by: Ela Bialkowska
“Alluvione d’Arno” – Veduta dell’installazione all’ingresso della Villa 2017 Photo by: Ela Bialkowska

Il fiume così uguale a sé stesso come entità ma sempre mutevole per via del fluire incessante verso il mare.

E’ il fiume, infatti, il protagonista della nuova mostra a Villa Pacchiani, “Alluvione d’Arno” di  José Yaque a cura di Ilaria Mariotti, realizzata nell’ambito del progetto Know-how / Show-how una geografia di relazioni per Sistemi di visione / Sistemi di realtà*, il cui focus quest’anno si concentra su Santa Croce sull’Arno. Molti elementi e tematiche proprie della cittadina toscana hanno catturato l’attenzione e la sensibilità di José Yaque, perché affini con la ricerca dell’artista e già affrontati e declinati in essa. Uno di questi è proprio la presenza del fiume, intorno al quale si snoda gran parte della vita sociale ed economica della cittadina. 

Per l’artista l’unico elemento di continuità nella storia delle civiltà è il fluire continuo e incessante di vite, sempre diverse e che sono lette nel loro essere popolo, essere esistenza, essere parte di un tutto che lentamente, come il fiume, scorre.

Chi nasce e cresce in una città o in un paese dove scorre un fiume, lo sa. La presenza dell’acqua che scorre influenza la vita. La percezione del passare del tempo è diversa, il valore che si dà al tempo è diverso. Anche l’accumularsi di detriti intorno ai piloni o il loro depositarsi lungo le rive diviene significativo per la nostra percezione del vissuto.

“Ascoltavo continuamente il rumore del fiume. Sembrava che dicesse: io scorro sempre, senza fermarmi mai. Risuonava sonoro e costante, come una ninnananna capace di calmare l’inquietudine.”

B. Yoshimoto in “Lucertola”

Il fiume dona alla città un cuore atipicamente pulsante che scandisce il ritmo vitale della comunità. Diviene metafora dell’incessante mutare, fenomeno costante della vita e dell’esistenza umana. Un fenomeno che per l’artista vale la pena studiare e rappresentare. La mostra è anche un’occasione per ripensare la vita degli oggetti e materiali, il loro recupero, e riflettere sull’idea dei rifiuti, diversi per territorio e quindi propri della sua identità. In tal senso José Yaque presenta, oltre una serie di dipinti e disegni realizzati nell’arco degli ultimi anni – courtesy della Galleria CONTINUA -, due grandi installazioni site-specific per gli interni e gli esterni del centro espositivo e un nucleo di disegni inediti legati a questo progetto. Due installazioni che danno il nome all’intera esposizione, “Alluvione d’Arno“, l’una all’ingresso della Villa, l’altra nella sala centrale dello spazio espositivo, che hanno preso forma grazie al rapporto che l’artista ha intessuto con la Waste Recycling, società del Gruppo Hera** durante la sua permanenza a Santa Croce sull’Arno.

Ciò che è il residuo delle attività umane viene letto, nel suo continuo scomporsi e ricomporsi, come il fluire incessante del fiume, che parla, al contempo, delle attivitàdell’uomo, dei suoi consumi, dei suoi scarti.

Una declinazione metaforica del fiume, dell’idea del suo fluire, del detrito che vi è immerso, del continuo cambiamento, dell’evento catastrofico che genera una nuova forma di bellezza, alla quale si rende concretezza con cumuli di rifiuti industriali divisi per materiale che permangono negli spazi di stoccaggio per breve tempo per essere continuamente smantellati e ricomposti dai nuovi arrivi. Un tassello ulteriore per la

costruzione e verifica di un immaginario incentrato sulla circolarità del movimento di cose, acque, materiali, energia.

“Hasta las almas se desuelven en las aguas” – Veduta della serie di disegni – carboncino su carta
“Alluvione sull’Arno” – Veduta della serie di disegni – carboncino su carta 2017
“Puente de Santa Croce” – Veduta della serie di disegni – carboncino su carta 2017
“Cuerpo sull’Arno” – fotografia b/n 2016
“Cuerpo sull’Arno” – fotografia b/n 2016
“Divenir” – Veduta della serie di disegni – carboncino su carta 2014
“Divenir” – Veduta della serie di disegni – carboncino su carta 2014
“Puente de Santa Croce” – Veduta della serie di disegni – carboncino su carta 2017
“Millennium bridge” – Veduta della serie dei disegni – carboncino su carta 2013
“Millennium bridge” – Veduta della serie dei dei dipinti 2013

Tutto questo si respira anche nel corpo dei due cicli di disegni inediti che creano un diretto parallelo con le produzioni appena precedenti dell’artista ed esposte nell’ala opposta della Villa. Le prime due sono incentrate sulle immagini fotografiche relative all’alluvione del 1966, raccolte dall’artista durante il suo soggiorno a Santa Croce sull’Arno: “Hasta las almas se disuelven en las aguas” e “Alluvione sull’Arno“; una continuazione ideale di segno e ricerca della serie di disegni e dipinti “Divenir” realizzati nel 2014  dove le strutture espositive di gallerie e musei divengono piloni di ponti attorno ai quali si accumulano detriti, rami, oggetti trasportati durante una piena e qui incagliatisi. Le opere d’arte esposte diventano elementi di arresto capaci di trattenere ciò che la corrente tende a trasportare via.

Immagini ambigue nascono anche nella serie fotografica “Cuerpo sull’Arno“, in cui il corpo dell’artista si confonde, quasi si fonde con il cumulo di detriti trasportati dal fiume e si incaglia fra i rami. In queste serie si restituisce il candore in cui molto spesso sono immerse le città sui fiumi, e quell’apparente quiete che aleggia quando si contempla il fluire incessante dell’acqua dal ponte sul fiume o dai muretti che costeggiano, tengono, segnano i suoi argini. L’acqua è un elemento mobile, sfugge agli ostacoli, si adatta continuamente seguendo un percorso in pendenza; sembra che ogni oggetto o detrito si abbandoni, come affascinato, al suo moto incessante, lascivo. L’acqua è potente, è una bella donna che passa senza voltarsi a guardare chi osserva rapito il suo passaggio magnetico.

Anche la serie di disegni “Puente de Santa Croce” del 2017, continua e si specchia nella serie di disegni e dipinti “Millennium Bridge” del 2013 che ha come tema il ritratto di ponti ed è legata all’esperienza precedente di Yaque nelle città di Londra e Varsavia. Due città attraversate da fiumi come Santa Croce, costruita sulla sponda del fiume Arno. I suoi ponti, come quelli delle altre città, sono luoghi privilegiati per “ammirare quietamente il passaggio del tempo”.

“I numerosi ponti e ponticelli dettavano una specie di ritmo e ponevano delle pause all’interno del panorama fluviale. Le persone erano infatti costrette a fermarsi e a confrontarsi con l’acqua. […] La gente, come ipnotizzata dall’acqua a volte limpida a volte torbida, spesso sembrava ipnotizzata.”

B. Yoshimoto in “L’abito di piume”

Grandi strutture che attraversano i fiumi nel paesaggio urbano – che dal mio punto di vista, sono le immagini più efficaci della metafora eterna del divenire dell’uomo e della civiltà […]

José Yaque

A conclusione del progetto “José Yaque, Alluvione d’Arno” per Know-how / Show-how, una geografia di relazioni per Sistemi di visione / Sistemi di realtà”, sarà realizzata una pubblicazione della mostra, che avrà termine questa domenica, 2 aprile.

Portavoce della produzione creativa cubana a livello internazionale, José Yaque sarà uno degli artisti chiamati ad esporre all’interno del Padiglione di Cuba alla prossima Biennale di Venezia.

Progetto: dei Comuni di Pisa e di Santa Croce sull’Arno, realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea2016 in collaborazione con GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana, Associazione Arte Continua, Gruppo Hera Waste Recycling, con la partecipazione di Camera di Commercio di Pisa, Accademia di Belle Arti di Firenze, Liceo Artistico Franco Russoli di Pisa e Cascina con il sostegno di Cassa di Risparmio di San Miniato

Sede espositiva: Villa Pacchiani Centro EspositivoP.zza Pier Paolo Pasolini, Santa Croce sull’Arno, www.villapacchiani.wordpress.com, giovedì – domenica 16.00 / 19.00, ingresso libero; info: Comune di Santa Croce sull’Arno tel. 0571 30642; 0571 389853

*“Know-how / Show-how, una geografia di relazioni per Sistemi di visione / Sistemi di realtà” è il proseguimento di un percorso fortemente condiviso dalle amministrazioni comunali di Pisa e Santa Croce sull’Arno – e, in prima istanza, da GALLERIA CONTINUA e Associazione Arte Continua da sempre interessate alla relazione tra arte e territorio e fautrici della necessità di coinvolgere gli artisti in un percorso di riconsiderazione di questioni sociali – iniziato nel 2013 per costruzione di un modello d’intervento e di messa in relazione tra territori ed artisti internazionali.

**Un’azienda sensibile all’arte e alle pratiche artistiche che si colloca tra le più importanti e qualificate imprese nazionali che si occupano dello smaltimento dei rifiuti industriali e del trattamento degli scarti di lavorazione provenienti da numerosi cicli produttivi.

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