Tuono Pettinato Diagramma dell'Odio - Autobus

Car’Odiario

Testo critico di Alessandra Ioalé e Francesca Holsenn per la mostra personale di Tuono Pettinato curata da ADIACENZE di Bologna in occasione di BilBOlBul 2016

Car’odiario, come posso raccontarti che la mia eccessiva bontà era diventata d’un tratto una presenza ingombrante? Come posso spiegarti che alla base della mia dannazione c’era la mia patologica incapacità di opporre un rifiuto a qualsiasi richiesta improbabile?

Queste le domande a cui Tuono Pettinato risponde con Car’odiario, la prima personale che mette in luce il lato oscuro dell’autore, diverso da quello che noi conosciamo, inedito, latente in alcune pagine dei fumetti prodotti negli ultimi anni.

Tuono Pettinato è un autore e fumettista italiano che si è sempre contraddistinto, nella scelta dei temi e nel modo di vivere la sua professione, per essere il paladino della dolcezza e del bene. Con il suo stile cartoon, sintetico e caricaturale, è, da sempre, colui che porta nel suo lavoro quella leggerezza colta che fa ridere amabilmente l’emisfero destro del nostro cervello.  Chi lo conosce lo sa. Ma quanti di voi si sono chiesti che cosa accade nelle viscere più profonde del nostro amato Tuono? Ebbene sì, esiste un lato oscuro, nerissimo, ancora poco conosciuto e che scalpita per essere messo a nudo.

Conoscendo l’autore e la sua passione per la cinematografia, tanto da esserne un cultore, riscontriamo nel suo originale approccio al genere fumetto una propensione alla narrazione di storie e biografie di personaggi illustri, assimilabile a quella cinematografica, non tanto nella costruzione del disegno, che è privo di orpelli inutili e annotazioni ambientali elaborate, quanto in altri elementi formali come la concezione delle inquadrature e il montaggio delle stesse, in cui la semantica di Tuono prende vita ed è organizzata. Il linguaggio dell’autore fa sfoggio di escamotage visivi e di un ricco e colto ventaglio iconografico, costruito per rimandi a film, libri e fumetti affini alla storia narrata. Nei fumetti di Tuono Pettinato, l’umorismo gioca con aneddoti, fatti bizzarri tratti dalla realtà storica, e con il sovvertimento di stereotipi legati al nostro immaginario. Ne emerge un autore consapevole del proprio tempo e innovatore nelle soluzioni visivo-narrative.

Quando l’autore veste i panni di biografo, la scelta delle scene da narrare e la caratterizzazione dei personaggi, studiata al fine di operarne un “abbassamento”, fa sì che le biografie di questi protagonisti della Storia, della musica e della scienza, scesi dal loro piedistallo e divenuti nuove icone popolari per avvicinarsi al pubblico – un Garibaldi che saltella invece di camminare, un Alan Turing vestito da Biancaneve, un Kurt Cobain trasmigrato concettualmente in un Calvin di Calvin & Hobbes – portino all’attenzione problematiche sociali e culturali che possono essere riferite alla nostra attualità. Quando invece Tuono è autore di storie di finzione attinge a piene mani dalla realtà, riproducendo in una narrazione d’invenzione dinamiche sociali e fatti di cronaca tipici del mondo contemporaneo rendendo il particolare ad uso dell’universale. Ed è il caso dell’ultimo suo libro, “L’odiario”, edito dalla casa editrice genovese Grrrz Comic Art Books, da cui prende le mosse questa mostra, tributo alla poetica di un autore che sa parlare del mondo che lo circonda.

La cultura mainstream insidia la nostra capacità di giudizio suggerendoci ciò che è giusto o sbagliato, ciò che è bene o male, bello o brutto. E pilota i nostri sentimenti, anche quello dell’odio. Un odio cieco, ignorante, verso falsi pregiudizi, che viaggia nell’etere per poi traboccare urlante dagli schermi accesi ventiquattro ore su ventiquattro delle nostre TV e dei nostri PC, spegnendo il nostro senso critico. Un odio malato a cui va posto rimedio.

Se il fumetto, per Tuono Pettinato, “individua i mali e mette il lettore di fronte ai problemi”, Car’odiario è la diagnosi raffinata di un sentimento di rifiuto sano verso ciò che è davvero fastidioso, malato, ovvero verso tutto ciò che i mezzi di comunicazione di massa, i social network e quant’altro ci danno in pasto, e a cui siamo sottoposti giornalmente influenzando il nostro stile di vita, distorcendo la nostra percezione della realtà, mettendo in crisi i meccanismi del nostro vivere.In modo colto e ironicamente elegante Tuono Pettinato ci introduce alla sua esperienza dell’odio, non solo come autore ma anche come persona che vive la sua quotidianità, in un percorso espositivo dove ciascuno è invitato a praticare questo sentimento di repulsione in modo diretto, onesto e, sì, anche interattivo.

Il percorso comincia con quella che si definisce l’”officina dell’odio”, dove il “notaio dell’odio” attende il visitatore invitandolo ad esternare il proprio sentimento di repulsione prendendone nota sul suo registro, in una performance uno a uno. Dopo la prima parte più psicologica rivolta all’ascolto, il percorso procede nella sala centrale dello spazio espositivo dove si apprezza la formalizzazione delle tematiche dell’odio attraverso l’esposizione delle tavole originali dell’autore. Queste ultime vengono, infatti, proposte come “isole” narrative in cui le tavole stesse, scelte ad hoc, sono raggruppate in modo granulare in piccole quadrerie. Geniali le didascalie: esse non hanno più una funzione informativa, ma piuttosto provocatoria, perché con queste l’autore suggerisce al pubblico il tipo di reazione da adottare.
Il cammino dell’odio finisce nella terza sala espositiva in cui vengono svelate le mappe concettuali. Con esse si invita lo spettatore a intraprendere il processo intellettivo/creativo che sta alla base della costruzione di alcune scene significative tratte dal libro, richiami colti a diverse sfere del sapere, stereotipi culturali, personaggi chiave dell’immaginario dell’autore, tutti che si ricollegano e concorrono alla struttura delle diverse tematiche dell’odio.

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